Sempre in tema di sicurezza, utile è la lettura di un articolo tratto dal settimanale Panorama del 13.03.2009, nr.12, pagina 55. Proponiamo uno stralcio.
"Vigili o poliziotti pari sono"
di KAREN RUBIN
Sicurezza Oggi sono poco più che impiegati comunali. Ma una riforma li trasformerà in agenti a tutti gli effetti. Con armamenti e indennità.
Guai a chiamarli vigili urbani: sono «agenti di polizia locale». Devono contrastare i fenomeni di degrado urbano e garantire la sicurezza sociale sul territorio. Ma non è così in tutta Italia. La polizia municipale è costituita in corpi dipendenti direttamente dai comuni. «Il sindaco ha il potere di utilizzarli come vuole. Capita che nei piccoli comuni siano autisti di autobus o guardiani nei cimiteri e che in altri svolgano attività di prevenzione e repressione in campo amministrativo e penale» spiega il senatore Maurizio Saia, relatore di una proposta di riforma che sarà presto un disegno di legge per il coordinamento della polizia municipale italiana. «Vogliamo che tutti i comuni e le regioni si adeguino a linee guida che stabiliscano, a livello nazionale, armamenti, divise, gradi e utilizzi di un corpo che conta oltre 60 mila uomini» dice Saia.
Il problema è più sentito nelle grandi città. Secondo la vecchia legge quadro del 1986, l’agente di polizia municipale è normativamente un ibrido che sta a metà tra un vero poliziotto e un ausiliario del traffico, mentre sindaci e cittadini chiedono sempre più spesso la disponibilità a interventi nell’ambito della sicurezza. «In questi anni alcuni agenti sono stati denunciati da prefetti o magistrati perché in possesso di uno sfollagente o di una pistola. Ma come potrebbero difendere se stessi e la popolazione durante attività rischiose se non legittimamente armati?» si interroga Saia.
E così capita che se a Modena gli agenti sono provvisti di strumenti di autotutela, a Bologna non sia così. «La giunta Cofferati ha proibito l’uso del bastone estensibile e dello spray al peperoncino. In piazza Verdi gli episodi di aggressione contro gli agenti causano un grosso numero di infortuni nella polizia locale. In città c’è una folta comunità di punkabbestia che si divertono ad aizzare i loro cani contro la polizia. Intervenire senza difese adeguate è impossibile».
Ma la riforma non riguarda solo gli equipaggiamenti. Con questo disegno di legge la polizia locale acquisirà una extraterritorialità che con l’attuale normativa è negata, «ma soltanto in teoria perché molto spesso siamo obbligati a lasciare il nostro territorio per scortare vittime del racket della droga o della prostituzione minorile verso centri di accoglienza che sono anche in altre regioni. Lo facciamo perché ci viene richiesto direttamente dal magistrato, ma, se dovesse accaderci qualcosa durante il viaggio, saremmo contrattualmente fuori dalle regole» precisa l’agente Marco Milani, del 17° gruppo di Roma.
Se, come previsto, il Senato approverà la legge in maggio, agli agenti sarà consentito, durante il servizio, di superare i limiti territoriali nel rispetto del contratto di assunzione. Attualmente gli operatori non sono considerati poliziotti locali ma classificati alla stregua degli altri impiegati comunali.....
"Vigili o poliziotti pari sono"
di KAREN RUBIN
Sicurezza Oggi sono poco più che impiegati comunali. Ma una riforma li trasformerà in agenti a tutti gli effetti. Con armamenti e indennità.
Guai a chiamarli vigili urbani: sono «agenti di polizia locale». Devono contrastare i fenomeni di degrado urbano e garantire la sicurezza sociale sul territorio. Ma non è così in tutta Italia. La polizia municipale è costituita in corpi dipendenti direttamente dai comuni. «Il sindaco ha il potere di utilizzarli come vuole. Capita che nei piccoli comuni siano autisti di autobus o guardiani nei cimiteri e che in altri svolgano attività di prevenzione e repressione in campo amministrativo e penale» spiega il senatore Maurizio Saia, relatore di una proposta di riforma che sarà presto un disegno di legge per il coordinamento della polizia municipale italiana. «Vogliamo che tutti i comuni e le regioni si adeguino a linee guida che stabiliscano, a livello nazionale, armamenti, divise, gradi e utilizzi di un corpo che conta oltre 60 mila uomini» dice Saia.
Il problema è più sentito nelle grandi città. Secondo la vecchia legge quadro del 1986, l’agente di polizia municipale è normativamente un ibrido che sta a metà tra un vero poliziotto e un ausiliario del traffico, mentre sindaci e cittadini chiedono sempre più spesso la disponibilità a interventi nell’ambito della sicurezza. «In questi anni alcuni agenti sono stati denunciati da prefetti o magistrati perché in possesso di uno sfollagente o di una pistola. Ma come potrebbero difendere se stessi e la popolazione durante attività rischiose se non legittimamente armati?» si interroga Saia.
E così capita che se a Modena gli agenti sono provvisti di strumenti di autotutela, a Bologna non sia così. «La giunta Cofferati ha proibito l’uso del bastone estensibile e dello spray al peperoncino. In piazza Verdi gli episodi di aggressione contro gli agenti causano un grosso numero di infortuni nella polizia locale. In città c’è una folta comunità di punkabbestia che si divertono ad aizzare i loro cani contro la polizia. Intervenire senza difese adeguate è impossibile».
Ma la riforma non riguarda solo gli equipaggiamenti. Con questo disegno di legge la polizia locale acquisirà una extraterritorialità che con l’attuale normativa è negata, «ma soltanto in teoria perché molto spesso siamo obbligati a lasciare il nostro territorio per scortare vittime del racket della droga o della prostituzione minorile verso centri di accoglienza che sono anche in altre regioni. Lo facciamo perché ci viene richiesto direttamente dal magistrato, ma, se dovesse accaderci qualcosa durante il viaggio, saremmo contrattualmente fuori dalle regole» precisa l’agente Marco Milani, del 17° gruppo di Roma.
Se, come previsto, il Senato approverà la legge in maggio, agli agenti sarà consentito, durante il servizio, di superare i limiti territoriali nel rispetto del contratto di assunzione. Attualmente gli operatori non sono considerati poliziotti locali ma classificati alla stregua degli altri impiegati comunali.....