domenica 29 marzo 2009

Blog “Caccia allo Sbirro”- Comunicato COISP

Roma, 29 mar - Il blog “caccia allo sbirro” rappresenta la nuova frontiera della vigliaccheria travestita da “movimento” e deve essere fermata immediatamente dagli organi di Giustizia. Senza se e senza ma. “Non ci sorprende la campagna di inutile odio portata avanti dagli “anonimi” autori del blog “caccia allo sbirro ”, inneggiante alla “denuncia dei servi della borghesia” ed alla pubblicazione dei dati sensibili e fotografie dei poliziotti”, dichiara il Segretario Generale del Coisp Franco Maccari.“Alle minacce risponderemo come abbiamo sempre fatto fin dagli anni di piombo: con la nostra opera quotidiana di difesa della legalità. Ci sorprende, piuttosto, che questo sito sia ancora attivo e che la magistratura non riesca ancora ad intervenire efficacemente, pur conoscendo la gravità dei contenuti”, spiega Maccari.“Atteggiamento opposto abbiamo registrato allorquando, per una querela di parte subita dal COISP da parte di un ex questore di Taranto, la magistratura dopo poche ore dalla presentazione delle querele stesse, aveva fatto oscurare per ben 4 volte le pagine del sito del COISP Nazionale (www.coisp.it ), obbligandoci alla rimozione immediata: pagine che esprimevano una vicenda puramente sindacale!”, ricorda Maccari.“Allorquando, invece, il COISP aveva denunciato alla Polizia Postale di Venezia la presenza, nel blog di un ex poliziotto cacciato dalla Polizia, di affermazioni estremamente gravi, che sostanzialmente auguravano la morte ed altre “amenità” simili ad appartenenti a questo sindacato, la Magistratura di Venezia con il Procuratore Borraccetti, a distanza di mesi, ci sta ancora pensando!”, spiega Maccari.“Appare evidente che i pesi e le misure dipendono solo da chi subisce l’attacco. Dobbiamo forse auguraci di vedere i vigliacchi autori del blog “caccia allo sbirro” alzare il tiro verso giudici e PM per vedere la rapidità della quale la Giustizia è capace?”, si chiede Maccari.“Le gravi tensioni sociali si sono sempre riversate nelle piazze, dove noi, spesso, siamo trattati peggio di chi protesta”, dichiara Maccari. “Ora si torna tristemente a respirare il clima velenoso che ha portato alla morte di tanti Appartenenti alle Forze dell’Ordine, tra cui non possiamo non ricordare il Commissario Calabresi, il cui assassinio scaturì proprio da una campagna di odio mediatico”.
Fonte: grnet.it